MATTHIAS BRANDES

 

Matthias Brandes, nasce 1950 a Bochum (Nordrhein-Westfalen) in Germania.

Vive dal 1956 a Francoforte e dal 1961 ad Amburgo dove frequenta la Scuola Stei­neri­a­na che conclude con la maturità. Dal 1969 al 1976 studia all’Accademia ed all’Università di Amburgo pittura, sto­ria dell’arte e pedagogia.

1976 Laurea in Pedagogia. Dal 1979 dopo l’abilitazione per l’insegnamento liceale si dedica esclusivamente alla pittura vivendo ad Amburgo e parte dell’anno vicino a Meolo (Venezia) dove 1984 sposa Loriana Tubia.

1985  Prima mostra personale Istituto Italiano di Cul­tu­ra) di Amburgo. Seguono la partecipazione alla 11. Biennale dei Paesi Balici a Rostock nonchè varie mostre personali ed collettive. Opere in collezioni pubbliche e private (Deutsche Telekom, Britisch Petrolium, Ver­eins- & Westbank e.a). Opere murali  a Vel­bert (Nordrhein-Westfalen) e Wangerland (Niedersachsen). 1988 borsa Künstlerhaus Hooksiel e mostra personale 1989 -1992 docente di disegno al Politecnico di Amburgo. 1992 nasce il primo figlio Riccardo. 1993 trasferimento in Italia a Meolo (Venezia). 1993-1999 lavora come Grafic-Designer so­prat­tut­to per aziende vinicole Dal 1999 intensiva attività espositiva in Italia. Na­sci­ta della figlia Elena. Costruzione di un Atelier a Meolo.

Dal 2001 viene presentato permanentemente dalla Galleria di Mil­ano.

 

La casa...

 

Dipingo cose che mi affascinano. Cerco di rappresentare le cose nel modo più preciso. Non, come si vedono in realtà, ma come mele immagino io. Certi soggetti mi ossesionano per alcuni anni. Così dipingevo per quattro anni solo bagnanti. Ora sono le case. Man non m’interessa sedermi davanti a una vecchia casa per copiarla. Vorrei dipingere non una casa ma la Casa. Il che mi porta a una contraddizione. La Casa dovrebbe essere simbolizzata da un segno poiché non si tratta di una casa concreta. Così sarebbe però una casa immateriale. Ma mi affascina piuttosto l’aspetto materiale delle cose. La mia casa e un cubo fatto di un materiale duro, segnato dal tempo. Niente mattoni accastati regolarmente, niente intonaco scrostato, niente macchie di muschio e tutto ciò che interessa pittori naturalistici. Piuttosto pietra di roccia oppure argilla stravecchia, un materiale duro e ruvido che si è opposto a tutti i tempi. Daltronde le mie case non sono diroccate. La loro forma è rimasta integra.  Il loro essere massiccio contraddice la locazione nello spazio del quadro, dove possono addirittura sollevarsi davanti a nuvole ovattate oppurre essere ammucchiate da mani di giganti. La casa che mi affascina è contemporaneamente un luogo desolato ma comunque un rifugio, è un cubo rigoroso ma anche testa d’uomo, è archetipo ma ciònonostante toccabile con le mani.

 

Matthias Brandes, luglio 1995