MASSIMO POLDELMENGO

 

 

 

 

 

Le opere di Massimo Poldelmengo si esprimo nel confronto fra poli opposti: naturale e artificiale, tradizionale e moderno, forma e tecnica costruttiva. 

La serie delle scale a pioli nasce dall’evoluzione di un oggetto comune che, reso indipendente dalla propria funzione, diviene l’occasione per sperimentazioni formali e sui materiali di costruzione. Una scala evolve allora, nella rivisitazione dell’artista, in una forma sinuosa di acciaio lucido, che si sviluppa verso l’alto non più rettilineamente, ma a serpen­tina, e nei cui pioli si trovano inserti di vetro verde. In altri casi, la forma della scala è arcuata ed ottenuta inserendo in sagome d’acciaio, mattoni, blocchi di legno o elementi in vetro sfaccettato: dunque fondendo in un’unica creazione, un oggetto d’artigianato (la scala a pioli) e una struttura tecnologicamente aggiornata, materiali della tradizione e materiali moderni.

Una serie di fotografie dell’artista ritrae dettagli di scalinate di pietra. In questo caso è la ripresa ravvicinata a rivelare la struttura composita del materiale, i suoi cristalli, i segni che vi si sono depositati con il tempo, mentre il taglio dell’inquadratura, interventi pittorici o l’accostamento di immagini diverse all’interno di una stessa cornice, accentuano la geometria nella successione dei gradini.

Così come le scale, Giavellotto, una lancia di acciaio con inserti di vetro, mima la forma dello strumento cui si ispira, ma non obbedisce più alla funzione originaria: l’opera preserva la memoria della funzione dell’oggetto, ma lo rende inservibile.

La serie delle Sequenze, una successione di polatransfert con immagini di un corpo femminile, montate su sette pannelli di acciaio sospesi su aste metalliche, rappresenta una combinazione di naturale e geometrico-artificiale ancora diversa. Il fondersi dei due caratteri è accentuato dai fori nelle lastre, in alcuni casi disposti in orizzontale, altre in verticale: una compenetrazione di immagine e supporto, e l’imporsi delle forme naturali, curvilinee sulla geometria ortogonale dei pannelli.

 

Guido Comis

(testo critico dal catalogo della mostra)