POPE Dialogando con la pittura Nasce
a Portogruaro nel 1942. Frequenta a Roma il Liceo Artistico e gli ambienti
artistici della Pop‑art. Successivamente, nel 1961, si trasferisce a
Fano, dove s'iscrive alla 10~ Scuola d'Arte. Dopo il diploma di maestro d'arte
frequenta l'Accademia di Belle arti di Venezia seguendo i corsi di Saetti e
di Zotti. Nello
stesso periodo guarda con attenzione ai maestri del costruttivismo e
dell'optical‑art: tra tutti
Vasarely e Malevic. La sua pittura assume via via una struttura geometrica,
mentre il colore e la luce diventano oggetto d'indagine. Dopo
essersi esposto in diverse città italiane ed europee, affronta il tema della
ripetitività come strumento di indagine e di ricerca sullo spazio infinito.
Le strutture formali, spesso articolate, delle opere precedenti si
ripropongono come ricordi o semplici memorie Le forme e linee sono presentate
essenzialmente nella verticalità e nell'orizzontalità. La
recente acromaticità è la continuazione delle esperienze pittoriche e coloristiche
del passato. La sua pittura riapre un cauto
riferimento alle teorie della percezione sperimentate negli anni sessanta, ma
il ruolo di protagonista è ancora una volta recitato dalla pura forza del
dipingere. |
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“Dimostreremo che la geometria può diventare sentimento” Licini,
1935 Flavia Benvenuto Strumendo Persona di straordinaria semplicità, schiva da esibizionismi da
narciso, sa rapportarsi con sorprendente naturalezza con personaggi
eterogenei, garantito da un sorriso cordiale, disincantato, ironico. Come
artista appartiene a quella razza, in via di estinzione, che, compresa la
propria vera vocazione, la vive in modo esclusivo travalicando ogni
compromissione. La sua pittura è aristocratica nella "elementarità" geometrica che la sottolinea e nella alchimia delle combinazioni cromatiche che la distingue. Pope, infatti, dopo aver assunto come punto di riferimento l'astrazione "classica" ha proclamato la propria indipendenza da uno schematismo rinunciatario nitidamente asettico per avviare un'indagine originale ed autonoma sulla modulazione linea‑superficie‑colore. La sua produzione, in successione, è segnata da una ricerca
consequenziale scandita da una costruttiva consunzione delle esperienze
precedenti rivisitate con l'ostinazione propria di chi è consapevole della
valenza morale intrinseca all'operare artistico. Per Pope il dialogo con i
mezzi espressivi della pittura (e scultura) è una modalità dì lavoro dettata
da una creatività prima implosa nei sotterranei dell'inconscio poi esplosa
nel reale da una condizione dubitativa sentita come ripensamento maieutico
teso all'intensità dell'essenziale. Risultato quindi di una meditata concentrazione e di un serrato
confronto con le leggi della composizione e del colore, i suoi quadri,
sganciati da precisi modelli storicizzali, sono dotati di vita propria al di
là dell'idea che può averli nutriti; essi scaturiscono da un'esigenza di
riduzione spinta quasi all'azzeramento e si compiono in una condizione di
silenziosa attesa, di distacco critico. di conquista di suprema libertà. Quali momenti di pura pittura si affidano ad un'organizzazione dello
spazio, ad eventi di luce e di colore, autodefiniti ìn virtù di un ordine
riflessivo e sorretti da un'idea d'arte che sfugge i formalismi manieristici
e riconosce la ricercatezza formale come "bellezza* solo se è
antologicamente disposta ad essere tale. Coniugando intenzionalità espressiva e lucidità analitica, Pope, con
accenti misurati Interviene sulla superficie e la anima; squarcia la densità
dì un colore uniforme, crea striature fitte ed ondulate, tessiture
impalpabili. Attivando
la superficie, la priva di staticità ma non di compostezza; dà respiro e
risonanza corporea a luce e colore che sfociano in un'unicità, fluttuano
interamente alla superficie per poi aderirvi come pelle, senza scalfirne la
fragranza. Il colore a volte s'increspa generando felici variazioni, altre domina
campiture definite, intaccate, nella definitezza dei contorni, da lacerti, da
smagliature consumati entro un segno impercettibile o illuminati da una fuga
cromatica ‑ pudica poesia ‑ accortamente controllata. Rossi, blu, verdi, bianchi e neri isolati o magistralmente accostati
ed indagati nelle loro valenze .e "sensibilità" registrano
l'affiorare di ogni apparizione, di ogni sottile sentimento; offrono un
campionario umorale in continuo fermento frutto di un solitario ed
intransigente scandaglio nei misteri dei colore, di un gusto, di un esercizio
coltivatissimi e di una lirica razionalità. Il tarlo dell'autocritica e dell'ironia hanno collaudato il mestiere
garantendo il dominio dei mezzi e la “leggerezza della pensosità". In un
mondo fatto di "mondi compenetrati", di una complessità senza
precedente, Pope, governato dall'assillo di una estrema semplicità
dell'essere e del fare, restituisce l'arte al suo segreto e al suo silenzio
filtrando le emozioni in forme sorvegliate dal senso estetico, depurate
nell'eleganza astratta, stilizzate nell'armonia dialettica degli opposti,
definite caparbiamente e poeticamente nel dettaglio. (testo
critico dal catalogo delle mostra) |
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