PHADA MURGANIA

 

LOCANDA STELLA D’ITALIA – Piazza Indipendenza Badoere di Morgano – Treviso

23 APRILE – 8 MAGGIO

 

Vernice sabato 23 aprile – ore 18

 

 

Espone, in questa prima mostra della rassegna, un gruppo di giovani fotografi dalle caratteristiche tecniche e stilistiche molto diverse ma tutti provenienti da una stessa esperienza formativa: l'avere frequentato l'ISFAV di Padova, cioè l'IstItuto Superiore di Fotografia e Arti Visive. Una scuola biennale di fotografia con accredito della Regione, orario di frequenza di novecento ore l'anno ed esame finale regionale che, se superato, fornisce la qualifica di fotografo, valevole anche nella Comunità Europea.

Il complesso delle materie: quelle dell'area di indirizzo (tecnica fotografica analogica e digitale, camera oscura, post produzione digitale, fotografia di moda) e quelle dell'area culturale ma strettamente correlate e funzionalizzate alla professione di fotografo, serve non solo alla preparazione tecnica ma anche e particolarmente a pensare e vedere in termini fotografici.

Nelle opere esposte pertanto potremo constatare che la scelta del canale operativo non è dovuta né a nostalgie retrò né a mode o presunte facilitazioni, ma a necessità espressive e linguistiche comunque "fotografiche", alla consapevolezza che quella e non l'altra era la strada più idonea alla compiuta realizzazione del proprio progetto formale.

(Alessandro Bevilacqua, dal catalogo della mostra)

 

MAX BOLDRIN

 

Una fotografia analogica caratterizzata da continuo sperimentalismo sia sul piano semantico che tecnico‑stilistico, con input dal fumetto, dalla pubblicità, dal cinema horror e violento.

Messa in scena di pochi elementi e forte impatto di quelli protagonisti. Nitidezza percettiva a contrasto dell'ambiguità semantica.

 

 

 

 

 

 

 

TIZIANA D’AGOSTINO

 

Le sue vedute mirano a rappresentare la complessa interazione di natura e artificio che ormai caratterizza il nostro paesaggio, interpretando e marcando i rapporti dei volumi, dei piani, delle linee direttrici. Il paesaggio della percezione diviene così paesaggio mentale, "pura forma architettonica".

 

 

 

 

LORETTA DELLA BELLA

 

PAESAGGIO Di DONNA è una ricerca sul corpo femminile che giunge a soluzioni "aperte", tali cioè da ammettere una doppia decodificazione: la prima, collegabile al vari aspetti del paesaggio naturale percepito che ciascuno di noi conserva in memoria. La seconda, collegabile invece al paesaggio interiore e simbolico del nostro io il quale può così affiorare, oggettivarsi.

 

 

 

GERARDO FORNATARO

 

Esplorare a notte fonda Matera per cogliere il percorso allentato della luce e dell'oscurità sulle case, le strade, le pietre. Emergono da una parte il senso formale, architettonico dell'ambiente; dall'altra e più profondamente il connesso “vissuto” delle passate generazioni. Proprio l'accorto utilizzo del digitale, in ripresa e in post produzione, consente all'autore di forzare i confini naturalistici e sensoriali dell'analogico per raggiungere la dimensione metafisica della città.

 

 

 

 

ENRICO MORO

 

Fotografie della Giordania non a fine propriamente reportagistico ma come occasione d'una riflessione sul paesaggio. Infatti se la ripresa dall'alto (perlopiù da un elicottero) consente all'autore l'uso di un ottica "normale"… l'inclinazione del l'inquadratura e la direttrice del punto di vista determinano invece un effetto di instabilità, di incertezza…

 

 

 

 

 

FEDERICO TOFFANO

 

TERRA come elemento primordiale cui il corpo vuole fondersi per recuperare l'unità originaria, che è espressa in senso formale: dalla superficie densa e catramosa, vibrante di luminescenze, in contrasto con il bianco dei fondo; dal punto di ripresa basso e ravvicinato che esalta i volumi sul piano d'affioramento; dall'incrocio deciso e diagonale degli arti, espressione del sentimento “che si libera nel corpo come una danza”.

 

 

 

MARCO ZAGO

 

L'atmosfera di una discoteca: pulsare di luci, vibrazioni di suoni, dinamicità di gesti e posture, intensità di ritmi; e tutto che interagisce e s'interseca generando un continuum magmatico e metamorfico. Giustamente pertanto l'autore ha utilizzato la tecnica delle pluriesposizioni in open flash; essa gli consente di fissare non più un attimo del reale ma un segmento temporale, adeguato a trasmettere le caratteristiche dell'insieme.